“Orsù, passiamo di là, a Betlemme e vediamo questa parola che è accaduta per noi”
(Lc 2,15)
Sacra curiosità e infinita speranza guidarono i cuori e i piedi dei pastori al luogo in cui il Verbo incarnato si rivelava al mondo. Come annunciato dai profeti (cfr. Mic 5:1), la Salvezza sceglie di nascere a Betlemme, umile villaggio della Giudea, ma patria del re Davide.
Alla nascita di Gesù, Betlemme (a 9 chilometri da Gerusalemme) consisteva in gruppo di case su un lieve pendio e i suoi abitanti si dedicavano alla pastorizia e al lavoro nei campi. Il nome Beit Lehem, ovvero “Casa del pane”, deriva probabilmente dalle colture di orzo e grano ai piedi della collina; nelle Sacre Scritture Betlemme è indicata anche come Efrata, la fertile.
Oggi Betlemme è una città palestinese, situata nella regione della Cisgiordania e si sviluppa principalmente su due colline della dorsale: la collina occidentale è il pendio su cui si trovava il nucleo antico del villaggio di pastori; l’altura orientale, meno elevata, accoglie sulla sua spianata la Basilica della Natività.
L’importanza del luogo della natività di Gesù Cristo fu subito chiara agli abitanti del villaggio di Betlemme, che ne trasmettevano il ricordo e la devozione alle generazioni successive.
STORIA DELLA BASILICA DELLA NATIVITÀ
Su iniziativa dell’imperatore Costantino e di sua madre, Sant’Elena, attorno al 330 d.C. vennero avviati i lavori per la costruzione di una chiesa proprio sopra la grotta della divina Natività; la grande basilica, consacrata il 31 maggio del 339 d.C., non sopravvisse ai saccheggi samaritani, venendo quasi completamente distrutta.
Nel VI secolo Betlemme venne fortificata e l’imperatore Giustiniano fece costruire, sui resti della basilica precedente, un luogo di culto di dimensioni ancora maggiori. La nuova basilica eretta è proprio quella che si offre ancora oggi ai nostri occhi, sopravvissuta miracolosamente nei secoli alle incursioni e assedi.
La custodia della Grotta e della basilica è oggi affidata all’ordine francescano, alla Chiesa greco-ortodossa e a quella apostolica armena.
DESCRIZIONE DELLA BASILICA DELLA NATIVITÀ
Dall’esterno la basilica è una costruzione possente, che rievoca i castelli e le fortezze medievali.
In origine l’accesso all’interno era consentito attraverso tre porte; due di queste furono in seguito murate, probabilmente per una maggior sicurezza durante gli assedi. Chi si reca alla basilica oggi può accedervi solamente attraverso la porta laterale, uno stretto passaggio che obbliga il fedele a chinarsi.
La basilica ha una lunghezza di 54 metri. A croce latina, la basilica si suddivide al suo interno in cinque navate, con quattro ordini di colonne alte 6 metri. Le colonne della navata centrale sono sormontate da due muri alti 9 metri, dove si trovano le finestre, intervallate da mosaici di angeli a braccia protese in direzione della Grotta.
Dalle scale accanto all’iconostasi si scende nella Grotta, dove si trova un altare sormontato da immagini della Vergine e del Bambino. Sotto questo altare, una stella d’argento e l’iscrizione “Hic de Virgine Maria Iesus Christus natus est” sigillano il luogo esatto della nascita di Gesù.
A destra dell’altare, il luogo della mangiatoia o “del Presepio”, dove Maria pose il Bambino appena nato. Di fronte, il piccolo altare “dei Magi”, sormontato da un’immagine che rievoca appunto l‘Adorazione.