“In quel tempo, mentre era nel tempio, Gesù, alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. Vide anche una povera vedova che vi gettava due spiccioli e disse: “In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere” (Lc 21, 1-4).
Cari amici,
consentiteci oggi di non parlare – seppur per un attimo – dei nostri fratelli perseguitati nel mondo. Li abbiamo sempre nel cuore.
Per loro soltanto è nata “Città Cristiana”. A sostegno della loro testimonianza è finalizzato ogni incontro, ogni evento ed attività della nostra Associazione.
Vorremo invece parlare a tutti voi delle ragioni profonde che ci spingono ad aiutarli. Dell’idealità che ci muove e che vorremmo fosse la nostra “carta d’identità”, nel fitto panorama di associazioni, fondazioni, enti, presenti in Italia e in Europa.
Città Cristiana – lo sapete – è un’Associazione nata da poco, con un team composto in prevalenza da giovani e giovanissimi.
Non ha avuto dunque, in questa fase iniziale, mezzi economici cospicui a propria disposizione.
Eppure, ha già potuto fare del bene.
Grazie a Città Cristiana, la comunità cattolica di Aleppo si è ritrovata attorno al suo Pastore per una Giornata di commemorazione e di preghiera dei martiri, quelli antichi e quelli contemporanei, in gran parte provocati dalla terribile ideologia dell’Isis.
Alcuni studenti dell’Università di Madaba hanno potuto avere la propria retta pagata, nell’unico ateneo cattolico della Giordania, evitando così di frequentare altre istituzioni, meno o per nulla rispettose della loro identità religiosa.
Alcune famiglie cristiane in Giordania e in Siria, particolarmente provate dalla persecuzione per la loro recente conversione al Cristianesimo, sono state aiutate nei loro bisogni materiali.
Come è potuto accadere che una piccola Associazione potesse fare tutto questo, e in così pochi mesi?
Non certamente per le nostre competenze, pure necessarie a far sì che “il bene sia fatto bene”.
Ecco, cari amici: a ben guardare, il segreto è un altro. Abbiamo donato ai nostri fratelli perseguitati anche quando i calcoli umani, di bilancio, di contabilità avrebbero consigliato prudenza e attesa.
Come la vedova di cui parla San Luca, non abbiamo mai fatto carità con il superfluo.
Ma è così che abbiamo assistito – proprio secondo la promessa del Signore – ad un effetto moltiplicatore applicato ai nostri poveri mezzi.
Abbiamo visto crescere la vostra generosità, e con commozione l’abbiamo interpretata come un segno che stavamo facendo “la cosa giusta”.
Giusta non perché siamo giusti. Giusta perché evangelica.
Cari amici, ancora un grazie infinito a tutti voi, e auguri carissimi di un Santo Natale!
Il team di Città Cristiana.