San Giovanni Esicasta, detto anche Sabaita o il Silenziario
V-VI secolo
venerato dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa
ricorrenza liturgica: 7 dicembre (Chiesa cattolica), 3 dicembre (Chiesa ortodossa)
vescovo di Colonia (o Taxara), in Armenia
anacoreta
Nacque a Nicopoli, città dell’Armenia, nel 452 (o nel 454) e morì ultracentenario
nella Grande Laura di san Saba presso Betlemme il 13 maggio del 558.
Rimasto orfano dei genitori in giovane età, Giovanni si diede presto alla vita
monastica fondando nel 471, grazie al cospicuo lascito dell’eredità paterna, un suo
cenobio, le cui consuetudini di silenzio, di meditazione e di preghiera non abbandonò
nemmeno quando nel 481 fu creato vescovo di Colonia (o Taxara). Dopo dieci anni,
però, agli impegni della cattedra vescovile egli preferì le opere di carità e pertanto si
portò a Gerusalemme dove prestò assistenza ai poveri e agli anziani dell’ospedale di
san Giorgio martire. Pare che la decisione di lasciare l’episcopato fosse dettata anche
da ragioni familiari, ovvero dalla volontà di Giovanni di non entrare in possibili
conflitti con un cognato nominato governatore della regione di Colonia.
Tuttavia, il desiderio di un’esistenza ascetica totalizzante lo chiamava
incessantemente e, a seguito dell’apparizione di una grande croce luminosa che lo
esortava a seguire la luce di Cristo, nell’arco del 491 lasciò anche Gerusalemme per
chiudersi nella Grande Laura di san Saba, nelle vicinanze di Betlemme, e porsi sotto
la guida spirituale del monaco omonimo. Lì, come recita il Martirologio Romano,
visse i successivi sessantuno anni da anacoreta, servendo umilmente i suoi fratelli e
rispettando una regola rigorosissima di solitudine e di silenzio. Nel 509 si ritirò
addirittura in una piccola cella dove rimase in assoluto silenzio per un triennio.
Le notizie della vita di san Giovanni Esicasta le dobbiamo a Cirillo di Scitopoli, suo
discepolo e suo biografo.