Storia

La sua fondazione risale a san Gregorio (da cui il nome di gregoriana) detto l’Illuminatore, che agli inizi del IV secolo convertì al Vangelo il re armeno Tiridate, a cui seguì la conversione di tutto il suo popolo. Da lui prese origine la struttura ecclesiastica che raggiunse in breve tempo la decina di sedi vescovili.

Alla fine del IV secolo il re Pahp entra in lotta con l’impero romano e spinge la Chiesa Armena a rompere i rapporti con il resto della cristianità. Il greco fu sostituito come lingua liturgica dall’armeno e anche la Bibbia venne tradotta nei caratteri di quella lingua, da poco inventati dal monaco Mesrop.

Rinchiusi in questo isolamento, i vescovi armeni non poterono partecipare ai concili ecumenici; quando nel 485 ritornò finalmente la pace i decreti conciliari arrivarono anche agli armeni, ma traduzioni imprecise, fatte in una lingua non ancora in possesso di una terminologia teologica adeguata, condussero a malintesi dottrinali: il catolicòs (patriarca) Babken, in unione con tutti i vescovi armeni, decise di respingere gli insegnamenti conciliari, in particolare quelli di Calcedonia. In questo modo fu formalizzata la separazione, la Chiesa armena professò la negazione della coesistenza in Cristo delle due nature, umana e divina, nell’unità di una sola Persona, divenendo ufficialmente monofisita.

Dal VI secolo l’Armenia subì alterne vicende sia religiose, con il susseguirsi di avvicinamenti ed allontanamenti dal resto della cristianità, sia politiche, che arrivarono sino allo smembramento del territorio armeno e alla dispersione del suo popolo. Nel XV secolo la Chiesa armena, estenuata dai problemi religiosi e politici, si divise in cinque giurisdizioni ecclesiastiche, corrispondenti ai luoghi geografici di presenza degli armeni in seguito alla dispersione. Queste cinque comunità gregoriane subirono sorti diverse: quella di Cilicia intrattenne stretti rapporti con Roma fino a diventare, nel 1742, il patriarcato di una neonata Chiesa cattolica di rito armeno; quella di Gerusalemme visse sempre in pace, ma sempre ristretta ad un piccolo numero di fedeli; le altre tre, in Armenia, in Georgia e in Turchia, caddero sotto il dominio dei russi e dei turchi, che in varie riprese perseguitarono ferocemente gli armeni, confiscando chiese e monasteri, e massacrando i fedeli. Il culmine di questa persecuzione si ha agli inizi del XX secolo quando il popolo armeno, sia in patria che nella diaspora, fu oggetto di un massacro su base etnica, considerato il primo genocidio dell’epoca moderna, tanto crudele quanto ignorato dalla comunità internazionale.

Attualmente la Chiesa Armena è una per la dottrina e la tradizione liturgica e spirituale, ma è ancora divisa in quattro giurisdizioni quanto al governo ecclesiastico. In totale i fedeli armeni sono oggi circa 3 milioni e mezzo.