Storia

Il fondatore della Chiesa Etiopica è san Frumenzio, un cristiano siro che agli inizi del IV secolo, insieme col fratello Edesio, fu fatto prigioniero e portato ad Axum, allora sede di uno dei piccoli regni che formavano l’Etiopia. Là annunciò il Vangelo e convertì alla fede cristiana il re Nzana e progressivamente il popolo etiope. Verso la metà del IV secolo Frumenzio fu consacrato vescovo dal patriarca copto di Alessandria d’Egitto e diede origine alla gerarchia ecclesiastica etiopica.

Per motivi tutt’ora non accertati, verso la metà del V secolo la Chiesa Etiope ruppe i legami con le Chiese che avevano accettato l’insegnamento del concilio di Calcedonia, e abbracciò il monofisismo. Rimase legata solo alla Chiesa d’Egitto da cui, per tradizione, riceveva la sua consacrazione l’abuna, il vescovo-padre della Chiesa d’Etiopia.

Dopo l’invasione islamica dell’Egitto gli etiopi rimasero per secoli isolati dal resto della cristianità e del mondo civile allora conosciuto; in questo periodo la vita religiosa e spirituale, ma anche culturale e sociale dell’Etiopia fu mantenuta ed incrementata grazie alla fitta rete di monasteri che ricopriva tutto il paese.

Dall’XI al XV secolo si ha il periodo di maggior splendore della Chiesa Etiopica: si consolida il ruolo dei monasteri, gli imperatori favoriscono la diffusione del cristianesimo etiope e il suo ruolo di anima della cultura e della società, viene completata la traduzione della Bibbia e delle opere dei concili e dei teologi nella lingua nazionale, il gheez.

Dal XVI secolo inizia un periodo di grave crisi politica e religiosa dell’Etiopia, continuamente minacciata dal pericolo islamico e disorientata da più frequenti contatti con l’Occidente, di esito non sempre positivo.

Agli inizi del XX secolo la Chiesa Etiopica ottenne finalmente, ma non senza lunghe controversie, la piena indipendenza dalla gerarchia copta di Egitto e l’abuna etiopico ricevette il titolo di patriarca. Ma nel 1976 l’Etiopia piomba in una sanguinosa rivoluzione che sfocia in un rigido governo marxista, con grave pregiudizio per la libertà della comunità cristiana.

Attualmente la Chiesa etiope è suddivisa in 19 diocesi, con 13.000 chiese e più di 800 monasteri; i fedeli sono circa 16 milioni.